VSME: lo standard volontario ESG dedicato alle PMI non quotate

La Commissione Europea apre una nuova fase per la rendicontazione sostenibile delle PMI

Con l’adozione della Raccomandazione (UE) 2025/1684 del 30 luglio 2025, la Commissione Europea ha formalmente incoraggiato l’utilizzo dello standard VSME per le PMI non quotate, segnando un passaggio chiave verso una rendicontazione ESG più inclusiva e proporzionata. Si tratta di uno standard volontario, modulare e semplificato, sviluppato dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) per supportare le imprese più piccole nella comunicazione delle proprie performance ambientali, sociali e di governance, pur non rientrando nei criteri di obbligatorietà della CSRD (Direttiva 2022/2464/UE).

La portata della misura è chiara: estendere la cultura della sostenibilità oltre le grandi imprese e offrire alle PMI uno strumento credibile per accedere a finanziamenti, catene del valore e nuovi mercati, senza gravarle di oneri sproporzionati.

Un quadro su misura per le piccole imprese

Lo standard VSME nasce per rispondere alle esigenze delle imprese escluse dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), in vigore dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese, e dal 2026 per quelle di media dimensione. Le PMI non quotate, pur restando fuori dall’ambito di applicazione diretto della direttiva, sono sempre più sollecitate da banche, clienti e fornitori a fornire dati ESG attendibili.

Per questo, la Commissione ha deciso di raccomandare l’adozione volontaria di uno standard europeo armonizzato, riducendo così il rischio di richieste frammentarie e non coordinate lungo le filiere. Il VSME offre un linguaggio comune, comparabile, semplice e accessibile, coerente con la tassonomia europea e con gli obiettivi del Green Deal.

Cosa prevede il VSME

Lo standard si articola in due moduli:

  • Il Basic Module, con 11 disclosure obbligatorie su temi prioritari (emissioni Scope 1 e 2, consumo energetico, pratiche lavorative, anticorruzione, pari opportunità, impatti ambientali). È pensato anche per microimprese.

  • Il Comprehensive Module, facoltativo, aggiunge 9 disclosure avanzate su piani di transizione, governance ESG, obiettivi di riduzione delle emissioni, impatti lungo la catena del valore e relazioni con la comunità.

Entrambi i moduli seguono i principi della Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) e sono coerenti con le linee guida della Normativa Omnibus I, in fase di approvazione, che punta a evitare che le PMI siano schiacciate da richieste ESG da parte di imprese più grandi.

Come riportato da Talking Sustainability, lo standard permette alle PMI di iniziare un percorso graduale, evitando approcci “taglia unica” che rischierebbero di creare barriere anziché opportunità.

Perché il VSME è strategico per le PMI

Nel contesto europeo, oltre il 99% delle imprese sono PMI. Tuttavia, molte di esse non dispongono delle risorse né delle competenze per affrontare una rendicontazione ESG strutturata. Il VSME interviene proprio per semplificare, uniformare e incentivare, offrendo:

  • Accesso più agevole a finanziamenti sostenibili, grazie a una maggiore trasparenza;

  • Riduzione della pressione informativa da parte delle grandi imprese;

  • Miglioramento della reputazione e della credibilità verso banche, investitori e stakeholder;

  • Allineamento graduale alla CSRD, qualora l’impresa cresca o decida di quotarsi.

Come sottolineato da ESG Italia, il VSME rappresenta una leva competitiva, non un mero adempimento burocratico. In un’economia sempre più orientata verso criteri ESG, anche le imprese minori dovranno dimostrare il proprio impegno per la sostenibilità.

Una base normativa solida

La Raccomandazione (UE) 2025/1684 invita le PMI a utilizzare il VSME, ma non impone obblighi. Tuttavia, il testo apre alla possibilità che istituzioni finanziarie, enti pubblici e imprese maggiori possano fare riferimento allo standard per le loro richieste informative, creando di fatto una spinta all’adozione.

Inoltre, il VSME è coerente con l’articolo 29 della CSRD, che prevede lo sviluppo di standard semplificati per le PMI. È parte integrante della strategia della Commissione per favorire una transizione sostenibile inclusiva, in linea con il Green Deal europeo e con i principi di finanza sostenibile promossi dal Regolamento 2019/2088 (SFDR) e dal Regolamento Tassonomia 2020/852/UE.

Prossimi passi: strumenti, guida e attuazione

L’EFRAG ha già pubblicato il pacchetto operativo, che include:

  • Linee guida tecniche;

  • Template di rendicontazione;

  • Indicatori chiave;

  • Strumenti digitali per la compilazione semplificata.

Nei prossimi mesi, è previsto un roadshow europeo per accompagnare le imprese nell’adozione, con il coinvolgimento di associazioni di categoria, camere di commercio e reti di consulenza.

Intanto, in Italia, testate come ESG News, ESG Italia e Talking Sustainability stanno seguendo con attenzione l’evoluzione del quadro normativo, confermando il crescente interesse anche tra le PMI italiane.

Il VSME rappresenta una risposta concreta e strategica alle nuove esigenze di rendicontazione ESG. Non è (ancora) un obbligo, ma un’opportunità competitiva per le PMI che vogliono posizionarsi in modo credibile in un mercato dove la sostenibilità è sempre più determinante.

Con il supporto della Commissione, delle autorità nazionali e degli attori di mercato, lo standard potrà favorire l’integrazione delle PMI nell’ecosistema europeo della sostenibilità, rafforzando trasparenza, fiducia e accesso a risorse vitali.

Fonti e riferimenti normativi:

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