I custodi del Castello di Rivoli indossano divise realizzate da Gucci
Il castello di Rivoli, museo d’arte contemporanea di Rivoli (Torino) ospita la mostra ABO THEATRON. L’Arte o la Vita, a cura di Andrea Viliani, dedicata ad Achille Bonito Oliva, fino al 9 gennaio 2021. È un capitolo fondamentale, questo, nel rapporto tra Arte e Moda, per le divise dei custodi del Castello, firmate Gucci. Un rapporto che si è sviluppato negli ultimi tempi alterando i limiti dei ruoli, cambiando le dinamiche sia sulle passerelle che negli spazi espositivi. Le uniformi dei custodi sono color salvia, con delle belle targhette cucite in filo rosso sul petto sulle quali spicca la grafia “A.B.O. Jardinier du Théatre”. Non poteva non disegnarle Gucci che con Achille Bonito Oliva aveva già avuto modo di incontrarsii. Bonito Oliva compariva infatti nel terzo episodio di Gucci Aria, la serie Youtube del regista cult Gus Van Sant e di Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, pensata per il Guccifest. In quella occasione, vedevamo e sentivamo ABO parlare di arte, moda e musica al telefono con Harry Styles. Il progetto si ispira alla sfilata di febbraio 2020, quando Alessandro Michele e il suo team indossavano uniformi mostrando al pubblico il lavoro di backstage del défilé in occasione della presentazione della collezione The Ritual.
Castello di Rivoli. La mostra di Achille Bonito Oliva
Il protagonista su cui la mostra indaga è uno dei più importanti storici dell’arte, critici e curatori contemporanei. Sono state raccolte per l’occasione opere d’arte, documentazione di allestimenti, materiale d’archivio e una selezione di materiali televisivi concessi da Rai Teche. La maison, che con l’arte contemporanea ha un dialogo privilegiato, ha appositamente realizzato le divise destinate agli “angeli custodi” della mostra, cioè il personale del Museo che accoglie i visitatori nelle sale e custodisce le opere esposte nel “teatro” della mostra.
Il percorso
Come dei giardinieri di un parco immaginario, gli abiti verde salvia dei custodi, chiamati “jardiniers du théatre”, segnalano il percorso della mostra in un accompagnamento creativo che ribalta il tradizionale rapporto tra museo e sponsor. Qui il main sponsor collabora alla scena della mostra, valorizzando i lavoratori essenziali ma spesso invisibili del mondo dell’arte.