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Intervista all’avv. Alfredo Tocchi su Ilaria Salis

Alfred Thompson “Tom” Denning, Barone Denning (23 Gennaio 1899 – 5 Marzo 1999), è stato certamente il più noto Giudice inglese.
Chiamato a decidere una controversia internazionale, pronunciò queste incredibili parole: “Non conosco il diritto applicabile nella Nazione dove ha sede la società convenuta, ma applicherò comunque quello inglese, perché è il più avanzato al mondo”.
Altre sue memorabili affermazioni furono che gli omosessuali non dovrebbero essere ammessi in Magistratura e non tutti i cittadini sono qualificati per far parte di una giuria popolare: quelli con origini in Nazioni arretrate dovrebbero essere esclusi.
Quando, alla fine degli anni ‘80, studiavo diritto internazionale in Canada, ebbi con la professoressa relatrice della mia tesi una lite che mi costò l’accusa di essere un italiano del sangue caldo.
Le dissi, in poche parole, che Lord Denning era il tipico esempio di anglosassone razzista, un suprematista bianco, un essere convinto di far parte di una razza eletta, tutte cose che non ho mai sopportato.
A mio modo di vedere, nei rapporti internazionali, la regola aurea dovrebbe essere la parità di diritti tra le Nazioni. E la parità di diritti non esiste se una parte, per principio, si considera superiore all’altra.
Ho fatto questa lunga premessa unicamente per dire che se la domanda che mi viene rivolta è se una carcerazione preventiva protratta dal febbraio 2023 alla fine di aprile 2024 mi sembra ragionevole, la mia risposta non può che essere che la carcerazione preventiva (in Italia chiamata custodia cautelare in carcere) dovrebbe essere un rimedio estremo attuato unicamente in casi di effettiva necessità e per periodi di tempo limitati. Infatti, in Italia può essere disposta soltanto quando ogni altra misura risulti inadeguata e qualora sussistano i seguenti presupposti: Pericolo di reiterazione del reato, pericolo di fuga o pericolo di inquinamento delle prove. Basta un solo presupposto affinché il giudice possa disporre la custodia cautelare in carcere, la durata è di 3 mesi, nel caso di pena edittale fino a 6 anni; di 6 mesi, nel caso di pena edittale compresa da 6 e 20 anni; di 9 mesi, nel caso di pena edittale uguale o maggiore di 20 anni (compreso l’ergastolo).
Ciò detto, nonostante siano trascorsi 37 anni, continuo a pensare che ogni sistema giuridico di una Nazione sovrana abbia una propria dignità e debba essere considerato alla pari degli altri. Sono consapevole che la mia è una posizione estrema, che porta a giustificare pratiche che noi non consideriamo civili, ma resta il fatto che o si ammette che esista il principio di sovranità nazionale o al contrario si auspica la creazione di un governo mondiale che regga l’intero mondo secondo quello che reputa il diritto più avanzato. Se una cittadina italiana si reca in un Paese straniero e viene posta sotto processo in quanto imputata di un reato, ovvero di una violazione delle leggi di quel paese, non sta a me comportarmi da razzista, da suprematista bianco e da essere convinto di far parte di una razza eletta. Come giurista, mi posso indignare se quella mia connazionale viene trattata in maniera diversa dagli imputati locali. Ma non arriverò mai a dire: “L’Ungheria è una Nazione incivile”.
Personalmente, dato che detesto ogni forma di fascismo e a maggior ragione di neonazismo, posso anche pensare che farsi un viaggio fino a Budapest per prendere a bastonate (con un bastone telescopico, indice di premeditazione) due neonazisti sia un gesto lodevole (per quanto possa essere lodevole, in dodici, picchiarne due). Ma questa è la mia opinione personale e non ha nulla a che vedere con il caso giuridico in esame.
Ho letto che esiste un filmato in cui si vede chiaramente Ilaria Salis, almeno secondo quanto afferma l’accusa, dato che i quotidiani italiani hanno riportato la notizia che la visione del filmato non è stata consentita ai suoi difensori. Ho letto anche che i due neonazisti aggrediti se la sarebbero cavata con pochi giorni di prognosi. Di nuovo, la mia domanda è se un cittadino ungherese, al posto di Ilaria Salis, avrebbe subito il medesimo trattamento.
Candidare una persona indagata al fine di garantirne la scarcerazione può astrattamente essere una cosa lodevole. Mi viene in mente il caso di Enzo Tortora.
Tuttavia, nel caso di Ilaria Salis, la candidatura è soltanto un modo per sfruttare la sua popolarità a vantaggio di un partito che con tutta probabilità non riuscirà a mandare neanche un proprio rappresentante al Parlamento europeo. Una candidatura vergognosa dunque, altro che lodevole.
Se al posto di parlare del suo caso giudiziario si parlasse delle sue idee politiche, potrei essere il primo a votarla (per quanto io – da pacifista – abbia poco a che fare con chi organizza una spedizione con bastoni telescopici degna dei collettivi anni ‘70). Qualcuno deve pur cominciare a denunciare il ritorno sulla scena di fascisti e neonazisti. Il presente sembra una rivincita dei nipoti e bisnipoti dei gerarchi e delle S.S.
L’ideologia militarista ha completamente cancellato ogni forma di pacifismo. Il diritto internazionale è una farsa in cui gli Stati Uniti non fanno neanche più il tentativo di agire secondo la legalità internazionale. Dall’altra parte, un gruppo di Nazioni tenta a fatica di realizzare un mondo multipolare, che è l’esatto contrario del modello perseguito dalla Fabian society, dal World economic forum, dall’OMS, dal Fondo monetario internazionale eccetera eccetera.
Purtroppo, nessuno ha idea di cosa pensi Ilaria Salis di queste cose e del resto questi temi sono completamente assenti dalla campagna elettorale per le prossime elezioni europee.
Concludo con l’auspicio che la nostra connazionale torni presto a casa, per assistere da vicino al triste spettacolo dei dibattiti sul suo caso.

Avv. Alfredo Tocchi, LL.M.

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